E' sempre bello raccontare di nuove esperienze, storie di giovani salentini che, con un sogno nel cassetto, riescono ad avviare nuovi progetti e costruire il proprio futuro in questa terra così solare ma anche così difficile da vivere.
Oggi vi presentiamo Lela, che ci racconterà in questa intervista del suo progetto "Italian California".
Ciao Emanuela, cosa pensi degli sport acquatici nel Salento?
Amo il mare e soprattutto il mio, quello del Salento. Da vera salentina credo che tutte le attività legate ad esso siano entusiasmanti. Praticare questi sport in una terra che ha vissuto sempre di pochi elementi di eccellenza quali il cibo e l’architettura credo sia fondamentale per far scoprire un Salento nuovo, pieno di innovazione e voglia di fare. Sin da piccola sono stata sempre affascinata da tutto il mondo che ruota intorno agli sport acquatici ed ora più che mai credo nella possibilità che ci possa essere tanto spazio per accogliere quello che ormai nei mari della California e delle Hawaii si fa da parecchio tempo.
Raccontaci qualcosa del progetto “Italian California”
Italian California è un brand che nasce dalla passione per il proprio territorio di un gruppo di ragazzi salentini. Crediamo fortemente che la Puglia non abbia nulla da invidiare alla California americana e che si possano sviluppare sport, start-up e innovazione tanto quanto lo si faccia in America anche grazie alla bellezza delle nostre località e al dinamismo giovanile presente sul territorio. I nostri primi prodotti sono stati delle magliette dal taglio americano che rimandano per i colori, immagini o per alcuni slogan alle attività che si possono svolgere sul territorio. Le nostre magliette ripropongono le immagini degli ulivi salentini, dei fichi d’india, del kite surf in maniera originale. Il claim che ci caratterizza è “Apulia is the new California”, che sta a significare quanto la nostra Puglia si stia avvicinando sempre più ai canoni internazionali di bellezza e potenziale di sviluppo delle città europee e tanto più di quelle americane come quelle della California.

Qual è stata la motivazione che ti ha spinto a ritornare in Salento per avviare il tuo progetto?
Ho vissuto a Milano per quattro anni consecutivi durante i quali ho terminato gli studi ed ho iniziato a lavorare, ancor prima di laurearmi, nel team di Innovazione di una multinazionale di consulenza che mi ha dato gli strumenti e la vision internazionale per approcciarmi a qualsiasi tipo di business. Ho deciso perciò di ritornare perché volevo ritrovare i miei spazi, avere un progetto tutto mio da seguire per poi trovare delle soddisfazioni personali, obiettivi poco raggiungibili in una Milano che riesce ad assorbire tutte le energie che un giovane neolaureato e fuori sede ha a disposizione. Ho visto la Puglia ed in particolare il Salento cambiare molto negli ultimi anni e anche la popolazione giovanile è diventata molto più fiduciosa nelle potenzialità del proprio territorio. Proprio a causa della mia lontananza da casa ho sempre pensato che fosse doveroso per me venerare il territorio di appartenenza promuovendolo, apprezzandolo e perché no prendendo anche delle posizioni riguardo quello che sta accadendo in Puglia come ad esempio il caso Xylella o il referendum in materia di trivellazioni del mare. Riuscire a fare tutto ciò “vivendo” il territorio dà un valore aggiunto ed un coinvolgimento emotivo più forte.

Cosa pensi del futuro della nostra incantevole terra?
Credo molto nel territorio pugliese, nelle istituzioni che vogliono valorizzarlo veramente e nei pugliesi che lo abitano. Unendo tutte le competenze dei “cervelli in fuga” dalla regione con quelle di chi ha deciso di rimanere e costruire qui il proprio futuro, si potrebbe creare un network forte tale da sostenere nuove frontiere dell’imprenditoria giovanile e dell’innovazione territoriale.